Stadio B. Stirpe di Frosinone

Una tendenza non costruttiva per il futuro dell’impiantistica sportiva italiana

Be yourself; Everyone else is already taken.

— Oscar Wilde.

Nel 2017 viene inaugurato lo stadio “Benito Stirpe” di Frosinone con grandi cerimonie insieme a dichiarazioni entusiastiche delle istituzioni nazionali e regionali.  

Senza voler fare nessuna critica diretta alla realtà di Frosinone che negli anni sta costruendo su base solide una società sportiva seria ed ambiziosa, ritengo la genesi del nuovo stadio Benito Stirpe una stortura della realtà Italiana, sia a livello di pianificazione progettuale che economica.

Da questa foto, l’impianto ciociaro appare come un moderno stadio “all’inglese” dotato di ogni confort, innalzato sugli organi di stampa come esempio di un processo progettuale ambizioso capace di mettere le basi per le prossime generazioni di un intero territorio.

Siamo invece purtroppo di fronte ad un’operazione di make-up parziale, in grado di dare esclusivamente delle risposte nell’immediato ad esigenze quantitative necessarie per disputare competizioni nazionali di primo livello. Nostro malgrado siamo costretti a catalogare questo intervento come l’ennesima operazione fatta in emergenza nel nostro paese, nella quale vengono per tre quarti utilizzate strutture modulari metalliche (pensate per essere smontabili e riutilizzabili) invece di procedere con un progetto organico di nuova generazione.

Le coperture sono realizzate con tralicci metallici progettati ad hoc che, come si vede in foto, coprono tribune costruite seguendo però una logica di provvisorietà almeno nel 75% dell’impianto.

Il progetto del nuovo stadio di Frosinone nasce originariamente negli anni ‘80 rimanendo incompiuto fino al 2017. Nel primo progetto si prevedeva un’ipertrofica tribuna centrale parzialmente coperta posizionata sul lato lungo del campo, sotto la quale venivano situati tutti i servizi principali. Negli anni 2000 lo stadio nella sua versione provvisoria, versava in stato d’abbandono con il solo piazzale utilizzato come area per un mercato ambulante.

Il progetto che poi ha portato all’impianto attuale, si è sviluppato essenzialmente intorno al completamento della tribuna principale che è poi l’unica struttura permanente del complesso.

Sono stati realizzati 16 palchi, skybox sul livello superiore ed una copertura di tutte le postazioni. Il volume della tribuna ospita gli spogliatoi, la sala stampa, una palestra, le varie sale di servizio e una piccola area commerciale.
Per i restanti tre lati dell’impianto, come detto stiamo parlando di tribune destinate a deperire velocemente dietro allo “specchietto” dei seggiolini colorati.

Un impianto di nuova generazione dovrebbe oggigiorno percorrere strade che portano, da una parte all’aumento dei ricavi mentre dall’altra alla creazione di un polo che possa funzionare 7 giorni su 7.
Uno dei problemi importanti dei nostri vetusti impianti è che, essendo concepiti in decenni lontani, sono oggi dei buchi urbani che nel migliore dei casi assomigliano alle barriere delle zona militari. Nello stato attuale queste parti di città, si attivano per qualche ora una volta ogni due settimane, risultando invece negli altri giorni spesso delle aree off-limits degradate ed insicure. Occorre ormai considerare come socialmente non sia più ammissibile sobbarcarsi costi elevati per mantenere strutture che nella maggior parte del tempo sono chiuse e perciò incapaci di produrre qualsiasi valore aggiunto.
I soggetti pubblici a differenza dell’ultimo cinquantennio sono oggi impossibilitati nel procedere con investimenti a fondo perduto e debbono perciò trovare soluzioni alternative che intercettino capitali privati. Per far ciò è assolutamente indispensabile uscire dalla modalità di attuazione in emergenza per cercare invece un intesa più ampia che possa portare ad una pianificazione razionale e sostenibile.

La costruzione di un nuovo impianto sportivo dovrebbe essere un momento di crescita di un intera comunità ed un opportunità di evoluzione urbana e sociale magari anche con il recupero di una zona degradata della città (immagine superiore:progetto del nuovo stadio di Pisa).
In questo modo magicamente creeremmo le basi per attrarre nuovi spettatori e generare introiti attraverso il confort e l’innovazione.

A livello economico piuttosto che di costo del progetto, dovremmo parlare di sostenibilità economica. I 20 milioni spesi per il nuovo stadio di Frosinone rispetto ai 30 previsti per il nuovo stadio di Pisa (vedi le ultime 2 immagini) sono milioni spesi irrazionalmente sia nell’ottica dei soggetti implicati che in quella della collettività tout-court. Il ritorno economico per ogni euro speso a medio e lungo termine di un progetto di nuova generazione (vedi Pisa e Cagliari), non è minimamente comparabile con quello relativo ad operazioni di make-up di molti impianti Italiani sulla stregua di quello di Frosinone. 

Il trend da seguire è oramai segnato da buone pratiche che negli ultimi 10 anni  si stanno accumulando in molti paesi. In Italia occorre sollecitare la diffusione di una nuova cultura che possa portare all’incontro di amministratori preparati con imprenditori illuminati e lungimiranti. Tutto questo nell’interesse della collettività ma anche dei soggetti privati sportivi ed economici, che avrebbero cosi’ la possibilità d’incrementare largamente gli introiti e percio le prospettive di crescita del sistema.

ITALIANI, TORNIAMO A PIANIFICARE IL NOSTRO FUTURO!

—————————————————————————————————————

SCHEDA di VALUTAZIONE > voto: 6/su 10
Stadio “Benito Stirpe”di Frosinone

SOSTENIBILITA’ ECONOMICA > 6/10
L’investimento iniziale è contenuto ma si prevedono costi importanti di manutenzione delle strutture metalliche e degli annessi.
A parte negli sky-box, le zone corporate e le ridotte aree commerciali, non sono stati creati i presupposti strutturali per nuovi introiti derivanti da attività e funzioni complementari.

>  SOSTENIBILITA’ URBANISTICA > 6/10
A parte il recupero di un impianto abbandonato, non si è colta l’occasione per generare un nuovo polo di attrazione in una zona periferica della città e rompere l’effetto barriera tipico degli impianti Italiani.

> MIGLIORAMENTO SOCIALE > 5/10
Miglioramento dei servizi relativi agli eventi sportivi e delle funzioni strettamente connesse. Assenza nella creazione di nuove interazioni tra differenti soggetti economici e sociali oltre che di aree adatte all’incremento delle opportunità di incontro sociale.

> INCREMENTO DEL CONFORT NELL’IMPIANTO > 7/10
Nella tribuna principale e nei servizi relativi agli eventi sportivi, si sono creati spazi con un alto valore aggiunto. Nel resto dello stadio ci si è limitati al posizionamento di seggiolini di fronte a strutture e spazi di mediocre qualità.

> COERENZA CON LA TRADIZIONE SPECIFICA DELLE SOCIETA’ SPORTIVE IMPLICATE > Ng/10
Qui si sono messe le basi per la creazione di un immaginario legato all’impianto della propria città vessillo dei propri colori.

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora